Borgo Hermada Comune di Terracina? No grazie!

(Introduzione del Nuovo libro in lavorazione "SANGUE DI PESCE 2")
Ci deve essere qualcosa nelle teste dei borghigiani e dei bucolici de La Fiora e San Silviano che li pone in stato di inferiorità verso i terracinesi della città, uno stato che genera contrapposizione e li porta ad essere sospettosi e diffidenti. Per La Fiora e San Silviano deve trattarsi di un retaggio antico risalente ai tempi del primo insediamento quando i romani li posizionarono all’esterno delle mura cittadine, mentre per i borghigiani è un discorso più recente, risalente alla bonifica mussoliniana.
Fatto sta, che sia gli uni che gli altri non si sono mai interamente integrati, tanto che remano sempre contro. Dissi tempo fa, che se Terracina è al palo, le maggiori responsabilità sono da addebitare a costoro, che ad ogni tornata elettorale sfornano individui di mediocre capacità, quando non palesemente ignoranti, destinati a governarci. Del resto, se in Consiglio comunale i dibattiti sono fermi agli argomenti di sempre, il motivo è uno solo: non si riesce a trovare una sintesi sui diversi problemi perché le teste sono troppo diverse. Una città che non si sente comunità quindi, facile terreno per coloro che vogliono applicare il detto romano “dividi et impera”, solo che per Terracina non devono nemmeno fare la fatica di dividere: fanno tutto da solo i terracinesi.
Ma si possono poi definire terracinesi nel loro insieme questo miscuglio di razze che popolano il territorio comunale? Queste ultime elezioni sono la prova, caso mai ce ne fosse stato bisogno, che i veri terracinesi, i “terracinesi di Terracina” come li ho definiti io, non arrivano alle 11.000 unità, gli altri non devono sentirsi tali. Non riesco a spiegare altrimenti la questione, perché quando si presentano delle verità palesi, che non avrebbero bisogno di spiegazione, dovrebbero essere accettate da tutti. Se così non avviene, vuol dire che ci sono delle questioni di fondo che portano ad andare contro ragione nonostante l’evidenza.
Ecco queste elezioni avrebbero dovuto essere le elezioni della ragionevolezza e dell’interesse comune, invece ancora una volta hanno vinto gli interessi di casta, i gruppi di clientele ed il voto di collusione, ed in questo mio saggio dimostrerò senza tema di smentita che così è stato.
Borghigiani e bucolici, scientemente e consapevolmente hanno venduto la città a chi ha interesse a mantenerla nel limbo, credendo così di fare il loro tornaconto, ma non passerà molto tempo che toccheranno con mano i risultati dei loro calcoli sbagliati. 18 anni di gestioni tanto deludenti ed approssimative quanto disastrose, non sono state sufficienti a creare il senso di comunità, e da ciò scaturisce spontaneo e prepotente un quesito: non sarebbe meglio che Terracina e Borgo Hermada si dividessero? Non sono pochi i terracinesi che se lo pongono, del resto se gli interessi sono tanto diversi, quale altra potrebbe essere la soluzione?
Meglio perdere una parte del territorio abitata da individui tanto diversi per storia e tradizione, che continuare ad essere terra di conquista di chi sa sfruttare la situazione. Terracina, la vera Terracina, ha storia e cultura millenaria, potrebbe essere faro e luce di questa provincia come lo è sempre stata, e se sin dagli albori della civiltà ha potuto fare a meno di Borgo Hermada, può benissimo farne a meno anche oggi.