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Opinionista Politico.



21
Nov
2007

Un sindaco abusivo che adegua la realtà ai propri desideri.


Per non tradire i patti pre elettorali sottoscritti con i partiti di coalizione, tutti finalizzati a mettere sulle poltroni assessorili personaggi inadeguati a tale ruolo, ed al solo fine di rimanere sulla poltrona di sindaco, Stefano Nardi ha tradito non solo il suo elettorato, ma soprattutto la città. La prova che ha dato di se, lo colloca all'ultimo posto nell'elenco dei sindaci del dopo guerra.

Mentre scrivo queste righe, ancora non sono venuti al pettine i nodi di quadratura delle finanze e delle inchieste giudiziarie, ma quando ci sarà dato di sapere, la verità emergerà in tutta la sua nuda crudezza, ed allora sarà evidente come continuare come si è fatto finora sia impensabile. La strada da percorrere per rimettere in carreggiata l'Ente Comune è a senso unico, e passa attraverso il rigore e la sostituzione di chi non si è mostrato all'altezza, e non parlo solo di politici, ma anche di quella casta burocratica, sconosciuta ai più, che da anni condiziona non poco l’iter amministrativo. Le mura del Palazzo sono mute testimoni di collusioni e/o ricatti che quotidianamente avvengono al di fuori dei clamori mediatici. Per cui non vedo altre soluzioni che stanare ed emarginare senza esitazioni chi per tornaconto personale ha prodotto danni all’intera comunità. Un piano di risanamento morale è necessario tanto quanto quello territoriale: i problemi di Terracina, quotidiani ed angoscianti, non troveranno mai soluzione se non con un sindaco dal polso fermo.

Nardi, sindaco di una Giunta che non c'è, non recepisce o non vuole prendere atto di cosa gli accade intorno, e continua a scrivere frasi con l'inchiostro bianco sulla polvere di borotalco, pronta a volatilizzarsi al primo alito di vento. Come si può governare senza tener conto della realtà obiettiva? Un sindaco è tale, quando oltre a professionalità, possiede serietà e competenza, non disgiunte da una carica morale e da uno spirito di missione, ma soprattutto, è un freddo analista degli umani accadimenti, che non adegua la realtà alle proprie speranze ed ai propri desideri.

Terracina è una città politicamente, economicamente e socialmente indietro, proprio perché lui non è un sindaco, ma un abusivo, senza doti politiche e carisma di leader, frutto di tutti verticismi ed oligarchie di partito. Da più di sei anni ormai, siede immeritatamente sulla poltrona di primo cittadino, grazie ad un altro “non sindaco” che è riuscito nell'assurda impresa di nuocere a due città contemporaneamente. Se il primo mandato è stato deludente, il secondo è una catastrofe. Non sono passati che 17 mesi dalla rielezione, ma sembra un secolo, con indizi che portano a pensare che quello che si sta approntando fra le macerie di un Palazzo devastato da avvisi di garanzia, non sia altro che un grosso e raffazzonato pasticcio, messo su con l'unico scopo di tirare a campare, senza un progetto, senza una visione, senza alcuno scopo differente dal goffo tentativo di far passare la nottata.

Non si può concedere altro tempo a chi ne ha già sacrificato troppo sulla strada della modernità e del rinnovamento, è impensabile lasciar trascorrere intere consigliature senza mettere mano alle questioni che storicamente affliggono Terracina. Nardi, con il suo incompetente staff, ha mostrato di infischiarsene dei bisogni e delle istanze di una città fragile, resa ancora più vulnerabile proprio da chi avrebbe dovuto “rinvigorirla”, e che si culla nella vana illusione che lo scontento della gente, potrà ancora una volta essere placato con quattro chiacchiere ed un calcio nel sedere. I cittadini sono stanchi di pagare fannulloni che non producono nulla, e ne chiedono il “licenziamento”, senza non prima aver avuto risposte chiare su tasse, società miste e partecipate, su assunzioni, consulenze ed elargizioni, su contratti milionari assegnati senza bando di gara, e Nardi farà bene a darle in maniera convincente.

Cari visitatori, parliamoci chiaro come comunità di padri e di madri, se non reagiamo ora e nel modo giusto, lasceremo ai nostri figli un futuro a rischio. Il declino di Terracina continuerà ancora per decenni se persistiamo a rimanere spettatori passivi, seppure critici, dell'operato di questi amministratori.

Abbiamo una maggioranza che è un disastro, ed un'opposizione che sarebbe ancora peggio se prendesse il suo posto. Oggi non c'è un terracinese che non si ponga il problema del domani, che non avverte i profondi limiti di questa classe politica e, in particolare di chi è stato votato a maggioranza ed ha il compito di amministrare. Una parte consistente di cittadini desidererebbe sostituire tutta la classe dirigente attuale con un'altra, che non sia un'alternativa politichese, ma una forza indipendente, svincolata dai Partiti e che si occupi di amministrazione e non di politica. Quando proposi “Terracina Innanzitutto”, partii da questa convinzione, da cui derivava una strategia ed un obiettivo. Tale convinzione permane ancor oggi, anzi, si è rafforzata per il vuoto politico ed amministrativo che si cerca di coprire solo con parole. La gran parte dei cittadini, che ha votato questo sindaco, questi assessori, questi consiglieri e soprattutto questo city manager, non si riconosce nella gestione attuata, favoritistica e prevaricatrice, e avvertono la necessità di un nuovo punto di riferimento.

Sono convinto, che se andassimo oggi al voto, una specie di terremoto elettorale ci liberererebbe dell’attuale ciarpame politico, perché siamo in piena crisi di sfiducia, accentuata da una situazione generale di difficoltà economica. Questa crisi di sfiducia è il segnale del crollo di immagine di un'intera classe dirigente. Segnale che non va sottovalutato, perché farà pronunciare a molti la fatidica frase: “stavamo meglio quando stavamo peggio”. Attenti, tornare indietro non si può, e sarebbe comunque un grave errore. Il tema di fondo, non è l’alternativa al centro-sinistra o al centro-destra, ma l'esigenza di avere amministratori che non diano una gestione di bassa lega. Si avverte la carenza, non dell'enunciazione di programmi e di progetti, ma della loro attuazione. Di conseguenza, i terracinesi sono stanchi ed annoiati dalle tante proposte e promesse che sfociano poi nel vuoto, e chiedono una sterzata. Vogliono persone pulite in un clima sano e serio di vita politica, un cambiamento di metodi e costumi.

La città chiede una gestione interpretata da una leadership forte, e allo stesso tempo flessibile, aperta alle istanze della società, che in qualsiasi momento dia qualche segnale in più, qualche supplemento d'anima in più nella vita politica, qualche innesto di novità, di rinnovamento, di modo di pensare e del modo di fare.

Tutto ciò si può fare, si può legare storia, cultura e tradizione, ai principi fondamentali dell'innovazione e del cambiamento, ma a patto che cambiare siano prima gli elettori. Solo loro hanno il potere operare il cambiamento, ma per farlo dovranno sciogliere quei legami che hanno portato Recchia prima, e Nardi poi, con rispettivi seguiti, a Palazzo: non ci sarà cambiamento se non si romperanno questi legami. Per dare a Terracina quell’immagine che tutti auspichiamo, ci vuole una Giunta costituita da persone con intelligenza ed energie votate esclusivamente al cambio di passo e di politica, con scelte innovative e coraggiose per darle una posizione leader sul circuito turistico internazionale. Non è facile, anche perché la gestione politicante e clientelare degli anni passati, ha prodotto danni di grande portata economica. Ecco cosa vuol dire essere sindaco oggi, significa porsi in gioco, operare una “scelta di campo” evidenziando accortezza e decisionismo con lo sguardo proiettato al futuro, nella consapevolezza di dover lasciare ai nostri figli un patrimonio da tutelare.

Questo doveva essere vero trent'anni fa e deve essere ancora più vero oggi se vogliamo risollevare il baraccone Terracina, e la “scelta di campo” va intesa come scelta del metodo e della sostanza, per poter correggere i tanti errori commessi sia sul piano economico che su quello del puro assetto ambientale e territoriale.

Terracina sta ora vivendo una stagione torbida a causa di questa Amministrazione, che non ha visione, che non ha vento nelle vele, ferma al suo clientelismo e conservatorismo che impediscono ogni tipo di innovazione. Il city manager poi, rappresenta un'inutile ed ingiustificata presenza, un atto di prepotenza di un sindaco che non c'è, che non vede di spaziare in un paesaggio di rovine, in una città che non sa più come manifestargli critiche ed avversione.

Quello che si vede è la messa in scena di una politica senza principi e senza un disegno, che non tiene conto delle esigenze del rinnovamento. Grazie ad un sindaco a cui manca ogni virtù di leader, ed il cui unico punto di riferimento è rappresentato dal sistema di potere che dovrebbe garantirgli la sopravvivenza politica, viviamo nel massimo della confusione. Se Terracina non avesse bisogno di interventi strutturali seri, Nardi potrebbe anche vivacchiare, ma così non è, ed il vivacchiare non è permesso, ed allora Nardi va in confusione e commette errori che costeranno cari, in termini di qualità di vita e di soldoni, ai cittadini.

City manager, società miste, lottizzazione Sisto, piazzale Lido, mega porto, assunzioni arbitrarie, ricorso sconsiderato al credito, non indicano solo la scarsa qualità politica ed operativa del sindaco, ma il marasma complessivo a cui la Giunta è condannata dallo stato di confusione irrimediabile del primo cittadino.

Terracina è in pericolo, in deperimento costante, minata da colpi di mano contro le regole democratiche, da poteri antiquati e conservatori. Il fallimento di Nardi è ormai un dato di fatto, e non è più rinviabile creare le condizioni per un suo superamento. La via maestra è quella del voto anticipato, ciò dovrebbero ammettere i consiglieri di maggioranza se avessero onestà intellettuale, invece di avvallare, anche a loro rischio, tutte le nefandezze di una Giunta impresentabile. Ma se questa strada è impercorribile, sono le forze produttive e la società civile che devono agire, per non essere ulteriormente danneggiate: del resto è la città tutta che attende la fine politica di Nardi e Masci come una liberazione.

P.S. vedo che a leggermi siete in tanti, ma di commenti non ne vedo. Su questo pezzo in particolare mi aspetto che diciate qualcosa. Firmatevi anche con il solo nome. Grazie.


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