Terracina come Gubbio
Sarebbe ora di finirla. L’ho già detto: il “no” senza “se” e senza “ma” non porta da nessuna parte ed è prova di preconcettualità di chi soffre la condizione di essere opposizione. Non fa bene a Terracina, e non fa bene alla stessa opposizione. Non è infatti un caso se la sinistra terracinese è ridotta ad uno striminzito 25%, che se pur granitico nella sua compattezza non ha alcuna speranza di andare al governo della città.
I terracinesi saranno indolenti e menefreghisti, ma non stupidi, tanto che hanno dimostrato di preferire una destra sicuramente non eccellente, all’eccellenza del pensiero sinistrorso che ha nel suo vocabolario una sola parola: “aberrante”. Il parcheggio di via Posterla? Aberrante! Il piano Azzola? Aberrante! Il taglio ad un sociale inefficiente ed improduttivo? Aberrante!
Questo vocabolo deve piacere molto ai massimi esponenti del PD che tramite il loro segretario hanno diffuso una nota dalla quale si evince l’incapacità a capire ed accettare l’innovazione, dote fondamentale per stare al passo. Secondo il Di Tommaso pensiero l’idea di convertire alcuni palazzi storici in alberghi “per fare cassa” è, scusate la ripetizione, aberrante. E perché? Secondo questo principio sono allora “aberranti” (ci risiamo) l’intera Gubbio, Assisi, Siena, vaste zone di Roma, Firenze, Bologna e, per non andare troppo lontano, la stessa Fossanova, dove alberghi e ristoranti che esercitano in palazzi storici, hanno fatto e continuano a fare la ricchezza di questi posti.
Ma che razza di cervello alberga in queste menti che vorrebbero governare la città con principi tutti tesi all’assistenzialismo e all’arretratezza?
Sono stato e mi considero ancora oppositore di questa maggioranza, ma i miei “no” sono per le nefandezze, non contro la realizzazione di progetti che potrebbero avere una validità, e perdiana, non ho difficoltà ad ammettere che proprio sul finire del suo mandato Nardi comincia a comportarsi da sindaco. Azienda Speciale, Terracina Ambiente, Fondazione per una migliore manutenzione e maggiore resa dei beni comunali sono cose buone, che marciano nella giusta direzione per un risanamento non solo economico della città.
Occorrerà sicuramente vigilare sulla gestione, come sarà necessario limare alcune spese e regolamenti, ma il concetto di fondo è giusto.
Rappresentano un inizio di ristrutturazione dell’azienda Comune, e del modo stesso con cui il Comune incontrerà il cittadino, azione che avrebbe dovuto essere il perno dell’opera di Nardi sin dai primi giorni di mandato, perché è fondamentale capire che c’è un nesso strettissimo tra ristrutturazione del Comune e grandi opere, e la prima è condizione essenziale per realizzare le seconde.
Finiamola quindi di sparare senza centrare l’obiettivo proprio adesso che qualcosa comincia a muoversi. Nardi continua a non piacermi per i suoi atteggiamenti, lo considero indolente, menefreghista e cinicamente freddo, ma non è certamente uno sciocco. Non prendere atto che finalmente ha preso coscienza di ciò che significa essere primo cittadino significa darsi la zappa sui piedi, come continuamente fa la sinistra tanto che perseverando in questo atteggiamento finirà con il darsela sulla testa con il solo risultato di non farci più divertire.