Un’opposizione fondata sul “no” aprioristico non serve a nessuno. Non serve a Terracina, non serve a chi la attua e soprattutto, offende l’intelligenza.
Questa maggioranza, che nessuno più di me vorrebbe licenziare, di cose buone ne ha fatte poche, ma se si è intellettualmente onesti, almeno quelle poche vanno riconosciute.
Una di queste è il così detto piano Azzola, un progetto che va portato a compimento per almeno tre motivi: il primo è che originerebbe un indotto economico rilevante in una città che sta morendo di inedia; il secondo è che va a migliorare una sacca di territorio antiestetico in una zona importante di Terracina, ed infine apporterebbe un po’ di ossigeno a casse comunali che ne hanno estremo bisogno. CONTINUA >>
Sarebbe ora di finirla. L’ho già detto: il “no” senza “se” e senza “ma” non porta da nessuna parte ed è prova di preconcettualità di chi soffre la condizione di essere opposizione. Non fa bene a Terracina, e non fa bene alla stessa opposizione. Non è infatti un caso se la sinistra terracinese è ridotta ad uno striminzito 25%, che se pur granitico nella sua compattezza non ha alcuna speranza di andare al governo della città.
I terracinesi saranno indolenti e menefreghisti, ma non stupidi, tanto che hanno dimostrato di preferire una destra sicuramente non eccellente, all’eccellenza del pensiero sinistrorso che ha nel suo vocabolario una sola parola: “aberrante”. Il parcheggio di via Posterla? Aberrante! Il piano Azzola? Aberrante! Il taglio ad un sociale inefficiente ed improduttivo? Aberrante! CONTINUA >>