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Opinionista Politico.



15
Nov
2007

A Palazzo non c’è posto per un bivacco di manipoli


È dal 1993 che chiamiamo per gestire Terracina politicanti e non amministratori, soggetti che hanno trovato sempre la maniera di aggrovigliarsi, incapaci di formulare un piano preciso di crescita per la città. Incompetenza e clientelismo sono stati, in questi anni, i segni distintivi di due amministrazioni che, seppur diverse nella nomenclatura, sono risultate identiche nei risultati: siamo stati imbrogliati!

Arrivismo, affarismo, lotte intestine, assenza di programmazione ed una popolazione poco incline a prendere posizioni, hanno favorito la degenerazione dell’andamento della cosa pubblica, e bloccato la città sulla via del progresso. È giunta l’ora che il cittadino si riavvicini alla politica, poiché la ge-stione di Terracina non è - “affar loro” - ma di tutti noi.

Una spartizione del potere indecente e arrogante, un uso spudorato del denaro dei contribuenti, assessori che strumentalizzano la delega ai fini di una rendita di posizione, un sindaco che saccheggia il territorio e difende gli interessi di pochi.

Come rimanere indifferenti davanti a tanto sfacelo? Alla devastazione della morale e delle istituzioni per mano di un'Amministrazione che dissacra il paesaggio e accumula ritardi biblici nella realizzazione di opere e nella prestazione di servizi? Come non sentirci presi per i fondelli quando parlano di sana gestione dei nostri soldi e di conti in ordine? Interi palazzi e locali commerciali, beni della comunità, sono finiti all’asta, la situazione debitoria è arrivata a 120 milioni di euro, la magistratura indaga su strane manovre finanziarie, ed i conti sono in ordine?

Non mi rallegra vedere la mia Terracina così ridotta, che scivola lentamente nel degrado per colpa di un Sindaco cinico e vanesio e di un succedaneo arrogante, per colpa di assessori di basso conio: siamo alla disintegrazione morale della politica, oltre che allo sconquasso delle nostre finanze.

Stefano Nardi, è stretto da problemi troppo grandi per lui, lo sa e non lo ammette, minimizza tutto, e nega l'evidenza. La pagina politica che ha scritto, è brutta, la più brutta della nostra storia. Siamo di fronte alla sconfitta, non di Nardi, non di Masci, ma dell'intera comunità.

La sconfitta però, fa parte della vita, è un fatto inevitabile in ogni vicenda umana, ma se affrontata con fierezza, merita rispetto, e molte volte è la premessa di una vittoria successiva. Occorre reagire, e riparare agli errori di una città che da troppo tempo prova solo delusioni. È il momento di virare, di dare una sterzata consapevoli che la situazione è al limite, e liberarsi del ciarpame che ha fatto del “Palazzo” un bivacco di “manipoli”.


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