Terracina tra stallo e degrado
Nessun sindaco, prima di Nardi, era mai riuscito ad incidere in modo tanto negativo sul tessuto sociale ed economico di Terracina. La città vive una situazione di stallo e di degrado che non aveva mai conosciuto, ed il mancato controllo del territorio ha facilitato il perpetrarsi di fatti criminosi, alcuni dei quali di allarmante interpretazione.
Ombre inquietanti aleggiano su Terracina, dobbiamo reagire subito e nel modo giusto. Nardi ci ha imbucati in un tunnel, la situazione è seria, il gioco si è fatto duro, e non è il caso di parlare in punta di forchetta, ma di dire le cose come stanno, ed addossare le responsabilità a chi le ha. Governare è un compito serio e gravoso, che richiede spirito di missione, rigidità morale, assunzione di responsabilità: è dalle scelte del sindaco che dipende la qualità di vita di 40.000 cittadini. Sono 14 anni che Terracina perde su tutti i fronti. Due mandati concessi ad un sindaco “pacioso”, sono stati la naturale premessa per un voto di reazione, ed il trampolino di lancio per portaborse affamati ed impreparati. Siamo al disastro, ed ora è vietato sbagliare. La prossima “scelta” deve partire da un punto fermo: l’emarginazione politica di coloro che il giudizio popolare ha già condannato.
Sono eccessivi gli eventi “strani” che hanno caratterizzato gli anni 2001/2007, troppi sono gli “intrecci”, e l’orizzonte è fumoso, per cui intendo essere estremamente chiaro: se Terracina vuole risalire, deve liberarsi di tutti coloro, nessuno escluso, che hanno gestito la “res pubblica” negli ultimi 14 anni.
È senza tanti giri di parole quindi, che punto il dito contro le gestioni Recchia e Nardi, relativi assessori e consiglieri, rei di aver paralizzato la città con gestioni approssimative, con l’occhio rivolto alla poltrona ed al proprio ego, ma non alla città. Imposti dalle oligarchie dei partiti, demandati ad un ruolo che non potevano interpretare, inevitabilmente, hanno finito con il propinarci solo chiacchiere e disordine contabile. Chi dice il contrario, vuol dire che rifiuta di credere anche a ciò che vede.
1993/2007, un lasso di tempo molto lungo, durante il quale Terracina non ha vissuto mai un momento veramente significativo, e si è concretizzato troppo poco per giustificare l’enorme mole di denaro speso. Non è così che si governa, non si possono dare ai cittadini interi mandati di vuoto totale. Essere sindaco oggi, richiede coraggio e capacità di operare scelte, richiede assunzione di responsabilità in prima persona per portare avanti le opere necessarie, è la situazione di Terracina a richiederlo, ad esigere una leadership forte che dovrà porsi senza tentennamenti e senza paure.
Significa che l’elettorato dovrà operare una “scelta di campo” netta e decisa, che esclude i blasfemi nomi che oggi inquinano l’aula consiliare. Via Nardi quindi, e con lui Masci e tutta la compagnia dei guitti di Palazzo, e largo al nuovo sindaco che avrà il non facile compito di riportare a galla una barca che fa acqua da tutte le parti, e mettere mano a quelle “revisioni” che nessuno finora ha avuto gli “attributi” per fare.
Ecco quindi la “scelta di campo” che è anche scelta del metodo e della sostanza, nella piena consapevolezza di dover rimediare a macroscopici danni, con decisioni seguite da azioni rapide, incidendo su una stupida burocrazia da calende greche.