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Opinionista Politico.



28
Gen
2008

Lettera aperta a quel buffone di Stefano Nardi


Dr. Nardi,

ho ripugnanza nello scriverle, perché dopo l’ultima farsa che ha messo in atto, gradirei, come ormai la maggioranza dei terracinesi, non avere più niente a che fare con lei. Ma come coordinatore di un partito che ha nella morale la sua bandiera, ho il dovere di dirle chiaro e forte cosa penso di lei e della sua incosciente gestione.
Non le dico di dimettersi perché gliel’ho già detto, e poi so che non ci pensa neppure, fiero di come svolge l’attività di primo cittadino. Le dico però, che arriverà il giorno in cui dovrà rendere conto di quanto ha fatto e sta facendo ai terracinesi ed a questa città. Ad elencare le sue cretinate non si finirebbe mai, è ora che la finisca, è tempo che tolga il disturbo, perché la pubblica amministrazione deve ritrovare quella morale che è espatriata nel momento stesso in cui lei, per nostra disgrazia, è divenuto sindaco.
“Morale” è una parola che non deve aver trovato spazio nel suo vocabolario. Veramente è fiero di quanto ha detto e fatto? Ha azzerato una Giunta classificandola incapace ed improduttiva, ed ha accusato funzionari e dipendenti comunali di non fare il loro dovere solo per avere la scusa di riproporre, per scopi inconfessabili, Masci al bilancio. Ma sappia che noi cittadini siamo fiduciosi e pazienti, tutti in attesa che la giustizia dei tribunali, oggi impegnata con il ragioniere, un domani si impegni anche con lei.
Lei che ha avuto la viltà di non assumersi colpe e responsabilità che sono sempre degli altri, ha irriso i cittadini, li ha dileggiati ed offesi nell’intelligenza, li ha preso per i fondelli. Ma come si è permesso? Se ne vada dunque! Lasci quella stanza con la bandiera insultata dalla sua presenza, e nel farlo indossi un saio francescano, ed a piedi nudi e capo chino percorra la città strada per strada, e chieda scusa a chiunque incontra, ai suoi concittadini, suoi amministrati, sue vittime. È un gesto che le restituirebbe un poco di dignità in mezzo allo sfacelo di cui è moralmente responsabile, un atto di contrizione che le ridarebbe un briciolo di umanità.
Non sono io a chiederlo, ma una voce che potente si alza dal basso, da ogni angolo di Terracina, è l’esigenza stessa della città a pretendere che lei se ne torni a casa, alle gioie familiari.
Capisco che la coalizione, seppure pubblicamente beffeggiata, la tenga ancora in piedi, anzi in poltrona, perché tornare al voto oggi significherebbe la disfatta, l’azzeramento totale di una dirigenza che non avrebbe mai dovuto essere tale, come lei non avrebbe mai dovuto essere sindaco, però, con quale faccia siede ancora su quella poltrona mentre la nostra bellissima Terracina va in malora? Non prova vergogna? Evidentemente no, e rimarrà incardinato al suo posto per servire a che e a chi?
Per servire a se stesso signor Nardi, dicendosi che la nottata passerà. Sbaglia, perché il sole non sor-gerà più e per lei sarà sempre notte, si rassegni, San Cesareo non le farà la grazia ed i terracinesi non dimenticheranno. Lei è politicamente finito, com’è finito quel Masci dispensatore di stipendi a spese della comunità, e di cui sembra non poter fare a meno. I cittadini hanno capito che rieleggervi segnerebbe la fine anche per Terracina, alla quale avevate promesso di cambiare il volto, riuscendo-vi, bisogna ammetterlo: l’avete sfregiata!
Come ha potuto arrogantemente dichiarare di aver avuto fin troppa pazienza? È la città ad averne avuto tanta, ma tanta, al punto che ha esaurito la scorta, non abusi oltre. Ha sfacciatamente esagera-to, la sua presenza non è più procrastinabile, e sono sicuro, ne è cosciente.
Dimostri allora di non essere un bullo di cartone che lancia il sasso e nasconde la mano, non minacci dimissioni, le dia! Schiacci il bottone rosso per questo sciagurato esecutivo, riconosca i suoi errori e la sua debolezza, e le saremo tutti riconoscenti. Se non lo farà, riuscirà a salvare per breve tempo ancora la poltrona, ma non la faccia, quella è già irrimediabilmente marcata: faccia da buffone.

Firmato: Germano Bersani coordinatore per Terracina di Azione Sociale


P.S. nel caso le venissero strane idee, mi pregio ricordarle che ove non si configuri “gratuita aggressione” (e non si configura), ma come forte critica (e lo è), non è reato dare del “buffone” ad un politico.    Corte di Cassazione - sentenza Piero Ricca -.


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