PASSATE LE ELEZIONI NARDI DEVE DIMETTERSI.
Chiuse le urne, Nardi farebbe bene a rassegnare il mandato e stipare nelle valigie anche i suoi cinque saggi. E lo faccia in fretta e furia, che i terracinesi sono esasperati, incattiviti ed ormai al punto massimo di sopportazione. La città è una pentola in ebollizione e nessuno può dire cosa accadrà domani: il sindaco è avvisato.
I cittadini hanno ben chiaro come questo agglomerato di resti che il sindaco si ostina a definire maggioranza, sia impossibilitato a fare alcunché, per cui niente più giustifica la sua permanenza: meglio un commissario. Riconoscono di aver sbagliato a rieleggere una classe dirigente che non ha mai funzionato, ed ormai intristita nel disservizio e nel livore, incapace di un libero e rispettoso dialogo con le parti in campo. Da destra e da sinistra riconoscono tutto ciò, e recitano il “mea culpa” per aver dato il consenso a persone non scelte sulla base del merito, della qualità e nemmeno del consenso, ma solo del grado di collusione e di asservimento.
Nardi è stato un disastro, un incapace che si è circondato di incapaci, di capetti mediocri che hanno scelto dirigenti più mediocri di loro, perché le intelligenze e le qualità dei sottoposti non possono superare la modesta statura dei loro principali: ne va del loro potere.Il popolo terracinese è stanco e disgustato, e chiede a gran voce una classe dirigente migliore che consenta alla società civile possibilità di espressione, cosa fondamentale per una democrazia fondata sui diritti e sui doveri. Il popolo terracinese vuole un sindaco ed una Giunta che si oppongano alle oligarchie, alle caste per privilegio e derivazione ereditaria, alle sette e alle lobbies economiche, burocratiche, a poteri autoreferenziali che giocano sulla pelle della gente nel nome e negli interessi di pochi individui.
Cosa rappresentano questi cinque saggi se non un comitato d’affari? Chi vuole più illudere Nardi dopo averci sprofondato nel baratro? Dopo aver distrutto quel mondo di valori, di sensibilità, di mentalità che un tempo caratterizzava Terracina?Ciò che serve a questa città ora è una leadership pienamente condivisa, una leadership nei fatti, non ideologica, che ponga l’accentuazione di temi, ragioni e passioni che ci attengono, quali l’identità territoriale, le tradizioni, il senso campanilistico e la memoria storica. Una leadership in grado di rivoluzionare tutto l’apparato comunale in chiave meritocratica, ridando all’Ente le sue funzioni, e che ne smantelli le derivazioni che non sono altro che costosi carrozzoni.
Una leadership portatrice di un progetto culturale e civile, di un’idea di Terracina che tutti abbiamo, ma che costoro non vogliono per motivi che fanno leggermente schifo. Germano Bersani – Azione Sociale (Pdl)