Opinionista Politico.

L’Aula Consiliare è ormai un luogo di prevaricazione. Con l’arroganza dei numeri e la forza di ambizioni mai sopite si è perpetrata una spartizione del potere senza adeguata valutazione delle capacità individuali. Ciò spiega  il perché di assessori che non hanno consapevolezza della delega, né quali siano i veri interessi della città: questo è il quadro.

Terracina vanta ritardi biblici nella realizzazione di opere e nella prestazione di servizi, e Nicola Procaccini è troppo piccolo per questi problemi, minimizza e nega l’evidenza, ma la pagina politica che sta scrivendo è semplicemente brutta.

Siamo di fronte alla sconfitta, non di Procaccini, non di Alla o Marcuzzi, ma dell’intera comunità. La sconfitta però, fa parte della vita, è un fatto inevitabile in ogni vicenda umana, ma se affrontata con fierezza, merita rispetto, e diviene premessa per una vittoria successiva. Basta vivere nel pressappochismo, nelle precisazioni e relative smentite del giorno dopo: questa gestione è difficile da digerire, satura di mondezza, burocrazia e tasse. Smettiamola di mandare Palazzo solo chi ha la capacità di sfruttare i marchingegni, che partiti e partitini, gruppi ed associazioni, aggrovigliati intorno a simboli ed etichette, hanno messo in piedi per meglio elargire favori in cambio di voti, il tutto a spese del contribuente. Che razza di città è questa, se mediocri individui possono gestire a loro piacimento le risorse di tutti noi? 

I guai che ci affliggano sono lievitati intorno alla visione di una politica incentrata sul potere formalistico di pochi personaggi, che nei loro più avvilenti aspetti sono la personificazione del degrado in cui la città è precipitata: ciò pregiudica il futuro e minaccia l’uguaglianza stessa dei cittadini. 

Si va avanti senza sapere cosa fare domani . Politici, funzionari e semplici impiegati, nonché tutti gli alloggiati in società a partecipazione varia, succhiano stipendi anche se distruggono città e territorio.

L’iter amministrativo del nostro Comune è sempre più aggrovigliato, le finanze sono sconquassate, e non si intravede un piano di risanamento, un progetto per la crescita.

È dal ’93 che Terracina è al palo, a causa di esecutivi che sono la prova del fallimento di intere generazioni politiche, i cui segni distintivi sono stati incompetenza e clientelismo. Assenza di seria programmazione, arrivismo, affarismo, lotte intestine, hanno degenerato l’andamento della cosa pubblica e bloccato la città sulla via del progresso. Che il cittadino faccia sentire la sua voce, poiché la gestione di Terracina non è affar loro, ma affare di tutti noi.